Media
Collection of articles and interviews with Federico Marchetti
Corriere della Sera
A cena dal Re
di Matteo Persivale
Sotto lo sguardo severo di Dante, che sulla parete dello studio contrasta con l'allegria multicolore dei disegni di sua figlia Maggie e della fotografia con il presidente Mattarella nel giorno della nomina a Cavaliere del lavoro sette anni fa, Federico Marchetti - come tutti quelli che parlano l'inglese perfettamente odia gli anglicismi - fa un'eccezione: Craziness.
È un momento un po' pazzerello, quello che attraversa la moda in questo momento secondo l'inventore di Yoox, primo «unicorno» (da zero a un miliardo) del tech italiano.
Quattro anni dopo la sua uscita da amministratore delegato di Yoox Net-a-Porter Marchetti non è stato fermo un momento, tra il cda di Armani (primo membro al di fuori della famiglia) e il The King's Foundation di re Carlo d'Inghilterra: «La moda vista da fuori dopo vent'anni? Il momento è indubbiamente complicatissimo ma se la risposta invece di essere creativa è meramente commerciale, alzare cioè i prezzi a livelli non giustificabili con l'inflazione e dunque non comprensibili al pubblico dove vogliamo andare? Un amico mi diceva che una borsa di un grandissimo marchio che l'anno scorso aveva un certo costo quest'anno è prezzata al 38% in più. Cosa è cambiato? Il colore! Come se ne esce? Creatività e sostenibilità non erano corollari, erano il senso di tutto il lavoro, ripartiamo da li. Ormai ventiquattro anni fa, come passa il tempo, fondai Yoox puntando su tre idee per l'esperienza del cliente: sceglievi, ti divertivi, risparmiavi. Non l'ho mai chiamato "stock", una brutta espressione. Erano capi che, usciti dai negozi, restavano in vita: oggi si chiama moda circolare, lo era già allora. Mi hanno fotografato di recente per un premio a Ravenna, mia città natale dove c'è la tomba di Dante, e ho ricevuto messaggi di complimenti per la giacca: e di vent'anni fa!».
Tramite il suo lavoro nella task force per la moda della Sustainable Markets Initiative di re Carlo - «ci siamo incontrati sei anni fa, è scattata subito una sintonia: amiamo entrambi le scarpe vintage, e l'Italia che lui conosce benissimo con sorprendente profondità: cominciò a dipingere da ragazzo in Sicilia» - Marchetti si occupa anche di agricoltura rigenerativa e ha presentato al sovrano due progetti innovativi: la prima t-shirt di Armani realizzata con cotone frutto del progetto pugliese della task force, e le sciarpe di Brunello Cucinelli con il cashmere dell’Himalaya. «Abbiamo dimostrato che in zone brulle si può rigenerare l'ambiente e il lavoro, e dunque la vita, e che in solo due anni si può passare dall'idea ai capi sugli scaffali dei negozi. Senza chiacchiere e lungaggini, come dovrebbe essere sempre».
Due cose che non sappiamo del re? «Prepara e versa il té per gli ospiti, un rituale elaborato: niente maggiordomo. E a me, che scrivo le lettere con inchiostro verde, ha spiegato che di solito il verde è usato dagli ammiragli» (e così qualche amico, scherzosamente, lo chiama «ammiraglio»).
Marchetti fa già la spola Milano-Londra-Scozia e dall'anno scolastico che verrà starà ancora di più nel Regno Unito. L'amicizia con Re Carlo - il loro carteggio ormai, sorride, è fatto di una pila di lettere «alta così» (mette le mani a distanza di mezzo metro, ndr) - ha fatto sì che il sovrano come antipasto alla sua visita in Italia dell’anno prossimo abbia approvato l'idea dell'ambasciatore italiano a Londra Inigo Lambertini di una cena per celebrare «Italian slow food and slow fashion» a Highgrove Gardens, residenza di campagna del re, per 100 ospiti che rappresentano l'eccellenza italiana. Nelle prime settimane del 2025 (data segreta per motivi di sicurezza), cucina italiana con ingredienti locali a km 0, Regno Unito e Italia, italiano lo chef (Francesco Mazzei) e italiano il barman (Alessandro Palazzi del Dukes di Londra). Italoamericano (con moglie inglese) il maestro di cerimonie, l'attore Stanley Tucci. Cento ospiti soltanto: moda (creativi e manager), impresa e sport (calcio, tennis) e balletto tra Regno Unito e Italia, una lista di nomi davvero famosissimi facilmente intuibili ma destinata a restare confidenziale (così chi non è stato invitato potrà sempre dire di non essere stato in grado di intervenire per i classici inderogabili motivi di lavoro, ndr). Per «celebrare l'amicizia tra i due Paesi e le tante cose che li accomunano». Mancherà solo una cara amica di Marchetti, Franca Sozzani, direttrice di Vogue Italia, scomparsa otto anni fa. «Penso spesso al suo motto: 'Detto, fatto'. Adesso è anche il mio motto».
Pubblicato su Corriere.it