top of page

GQ

Il potere dell’immaginazione di Federico Marchetti

di Paola Montanaro

Image-empty-state.png

Foto di Alex Majoli

Dopo oltre vent’anni alla guida dell’azienda che ha fondato, Federico Marchetti sta concentrando le sue energie in una delle più grandi sfide che l’umanità si trova ad affrontare: la crisi climatica.

Camicia Giorgio Armani, maglione Brunello Cucinelli con cappuccio «perché sono ancora un po’ nerd, questo ce l’ho da almeno sette o otto anni», occhiali Oliver Peoples, «li indosso da sempre», Federico Marchetti è nel suo studio di casa a Milano, di ritorno da un lunch e, al di là di quello che indossa, «la cosa bella è sentire il lusso dentro di sé, piuttosto che ostentarlo», dice, sembrando davvero una persona in pace con se stessa. Poco più che cinquantenne, dopo aver rivoluzionato l’industria della moda negli ultimi vent’anni con la nascita (nel 2000) del primo sito di e-commerce di lifestyle al mondo, YOOX, e dopo aver guidato la fusione tra lo stesso e NET-A-PORTER creando il leader mondiale del fashion di lusso online, in grado di modificare le abitudini di consumo di oltre un miliardo di utenti all’anno, “L’uomo che ha portato la moda sul web”, come lo ha definito il New York Times, sta vivendo una nuova fase della sua vita; in cui quel vivace spirito imprenditoriale che è sempre stato il suo sogno nelle primavere di Ravenna, «sin da bambino volevo cambiare il mondo», e la sua capacità di visione sono oggi rivolti a programmi di educazione e mentorship per giovani e aspiranti imprenditori – provenienti da zone depresse o contesti generalmente sottorappresentati – e a progetti che hanno a cuore il tema della sostenibilità nell’industria della moda.

«Sono convinto che il mio mestiere di innovatore può essere utile al pianeta se porto dei cambiamenti, delle invenzioni in grado di modificare lo stato delle cose: l’incrocio magico tra digitale, innovazione e sostenibilità è quello a cui mi sto dedicando adesso». Chiamato da re Carlo III come presidente della Fashion Task Force della Sustainable Markets Initiative («Il sovrano inglese è stato pioniere in questo: il suo primo discorso sulla sostenibilità è del 1970»), il primo grande traguardo di Marchetti alla guida dell’iniziativa è il “passaporto digitale degli abiti”. «Una rivoluzione di cui sono molto orgoglioso, iniziata già nel 2018 come sperimentazione, e in grado di fornire massima trasparenza ai clienti sui capi e gli accessori che decidono di acquistare», spiega Federico Marchetti, «uno strumento che indica provenienza delle materie prime, le condizioni dei lavoratori che hanno contribuito a confezionare quel capo, come posso ripararlo, come posso lavarlo, ma anche rivenderlo per garantirgli longevità». Presentato in occasione del G20 di Roma (ottobre 2021) ai grandi della Terra, «nel marzo 2022 la Commissione Europea ha pubblicato una linea guida che obbliga tutto il settore tessile ad adottare il passaporto digitale. Beh, quando l’ho letto ho pensato “Bingo!”». Ma come si fa a guardare sempre così avanti? «Fellini diceva che “Nulla si crea e tutto si inventa”: ecco, credo che l’immaginazione sia quello che in me ha fatto la differenza».

Pubblicato su GQ

bottom of page