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Federico Marchetti, la moda rigenerativa e la scalata dell'Himalaya

di Elisa Pervinca Bellini

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Foto di Alex Maioli

La Fashion Taskforce di SMI voluta dal Principe Carlo e presieduta da Federico Marchetti lancia, in occasione dell'Earth Day, il Manifesto della moda rigenerativa

Federico Marchetti racconta la Moda Rigenerativa e il nuovo progetto sull'Himalaya in occasione dell'Earth Day.

Nella settimana dedicata alla Terra - l'Earth Day, fissato per venerdì 22 a livello internazionale, è negli anni diventato (per fortuna) una vera e propria occasione per riflettere sulla Terra e sulla sostenibilità in un periodo più ampio che abbraccia appunto l'intera settimana - è stato lanciato un nuovo progetto rivoluzionario dalla SMI Fashion Taskforce, presieduta dall'imprenditore Federico Marchetti: un Manifesto della moda rigenerativa sviluppato in collaborazione con la Circular Bioeconomy Alliance (CBA) guidata dallo scienziato Marc Palahi.

La Sustainable Markets Initiative del Principe Carlo: cos'é

La Sustainable Markets Initiative (SMI) è stata lanciata da Sua Altezza Reale, il Principe del Galles, alla riunione annuale del World Economic Forum 2020 a Davos con la missione di dare il via ad azioni audaci e creative nel prossimo decennio per raggiungere gli Obiettivi dell'Agenda 2030 in termini di sostenibilità nella moda. La Fashion Taskforce di SMI è nata a maggio 2021 con l'obiettivo di rendere il settore della moda più sostenibile, attraverso la valorizzazione nei consumatori della riflessione su perché e come come acquistare abbigliamento e accessori che non inquinino il pianeta. A presiederla, Carlo di Inghilterra ha voluto Federico Marchetti, visionario founder di Yoox ma anche esperto e attivista nei confronti della sostenibilità.

Il passaporto digitale dei prodotti moda: il primo progetto della Fashion Taskforce SMI

In occasione del G20 di Roma, nell'ottobre 2021, la Fashion Taskforce della Sustainable Markets Initiative del Principe del Galles ha lanciato il Passaporto Digitale, una rivoluzionaria tecnologia che facilita il processo di circolarità su larga scala dei capi e degli accessori di moda, permettendo agli attori chiave della catena del valore della moda – tra cui i produttori, i marchi, i retailer, le piattaforme online e i reseller - di fornire una trasparenza e una tracciabilità senza precedenti ai prodotti che vendono. Non solo: il Passaporto Digitale sostiene anche la diffusione di nuovi servizi circolari per i clienti, come la cura e la riparazione, così come quelli focalizzati sulla rivendita e il riciclo.

Il Passaporto Digitale è stato un vero successo: i principi su cui si fonda, infatti, sono ora raccomandati dalla Commissione UE che mira a introdurre un Passaporto Digitale dei prodotti con l’obbligo di divulgare la circolarità e il rispetto degli elementi ambientali nella produzione tessile.

Spiega Federico Marchetti: “Quando ho letto che la Commissione Europea ha lanciato il concetto di Passaporto Digitale e la valorizzazione della tracciabilità sono stato contento perché mi fa piacere pensare che il nostro progetto sia stato un apripista capace di offrire ai consumatori finali tutte le informazioni che servono loro per fare scelte consapevoli; mi aspetto che tra 5 anni tutti i brand saranno chiamati allo stesso percorso verso la tracciabilità, pena l'essere scartati dalle scelte dei consumatori. Ne abbiamo parlato anche con Marco Bizzarri, CEO e Presidente di Gucci, durante una lezione in Università Bocconi dove insegno e dove l'ho invitato come speaker: è il consumatore che deve guidare la rivoluzione verso una moda più sostenibile ma per farlo ha bisogno di avere tutte le info per intraprendere questo percorso di cambiamento. Finché non ci sono le informazioni di tracciabilità, il consumatore non riesce ad essere motore del cambiamento”.

La nuova iniziativa: il Manifesto della moda rigenerativa

Il Manifesto della moda rigenerativa è la seconda, importante e innovativa azione intrapresa dalla Fashion Taskforce ed è sviluppata in collaborazione con la Circular Bioeconomy Alliance (CBA) guidata dallo scienziato Marc Palahi.
La moda rigenerativa, si legge nel Manifesto, deve essere un'"industria biobased inclusiva, climate and nature-positive": cosa significa? Lo spiega bene Federico Marchetti: "Il principio che ha visto nascere il secondo progetto della Taskforce si trova all'estremo opposto rispetto al Passaporto Digitale: se il passaporto tocca il consumatore finale perché agisce all’ultimo step della filiera, a monte della catena del valore vi sono il suolo e i materiali. Quando un anno fa, rispondendo alla chiamata del Principe Carlo, ho creato questa taskforce, mi è sembrato intuitivo ragionare sui due estremi della filiera, a monte e a valle, perché credo che tutto ciò che agisce e accade nel mezzo è semplicemente il riflesso di quello che c’è agli estremi del percorso che trasforma un materiale in un capo e un accessorio di moda. Dopo il Passaporto, quindi, ci siamo rivolti all'origine della filiera della moda.

Una quindicina di brand si sono impegnati a rendere concreto questo cambiamento - che ovviamente non può che essere progressivo - animati dalla motivazione ad agire fin da subito; poi, lungo il percorso, con la collaborazione vedremo cosa funziona meglio e definiremo di conseguenza best practices e aggiustamenti in itinere. I brand coinvolti si impegnano fin da subito ad approvvigionarsi di materiali che provengono da territori precedentemente degenerati e che devono essere recuperati in olistica armonia con le popolazioni locali e con la natura del posto".

I membri della Taskforce guidata da Federico Marchetti, Presidente della Taskforce Moda SMI
- tra i più grandi nomi dell'industria della moda, da Riccardo Stefanelli CEO di Brunello Cucinelli alla designer e imprenditrice Gabriela Hearst, da David Schneider, CO-CEO di Zalando a Gabriele Maggio Ceo di Stella McCartney, da Giuseppe Marsocci, Deputy MD di Giorgio Armani a Maximilian Bittner, CEO di Vestiaire Collective - si sono impegnati, quindi, con la firma sul Manifesto, a innescare un progressivo cambiamento verso la Moda Rigenerativa, un'industria a base biologica e circolare, inclusiva, con effetti positivi sul clima e la natura: territori rigenerativi, appena creati o restaurati, saranno la base per le catene del valore della bioeconomia circolare.

La “conquista” dell’Himalaya

L'Himalayan Regenerative Fashion Living Lab è il primo progetto in partenza a breve sviluppato secondo i principi e le ambizioni del nuovo Manifesto e cerca di dimostrare il potenziale della moda rigenerativa per ripristinare l'armonia tra le comunità locali, la natura e l'ambiente con un approccio olistico. Un investimento da 1 milione di euro si propone di restaurare i territori degradati, di recuperare le competenze tradizionali dell'artigianato tessile al fine di migliorare le economie locali basate su cashmere, cotone e seta, affrontando al contempo le sfide globali relative al cambiamento climatico e alla perdita di biodiversità.

Continua Federico Marchetti: “Una delle caratteristiche della Taskforce è la concretezza e anche in questo caso abbiamo voluto, come è successo per il passaporto digitale, partire da un primo progetto concreto. Mi sono reso conto, da imprenditore tecnologico, che avevamo bisogno del sostegno di un esperto: ho scelto di coinvolgere lo scienziato spagnolo Marc Palahi, Direttore dell'Istituto Forestale Europeo e Presidente della Circular Bioeconomy Alliance e insieme abbiamo lavorato a questo manifesto. La nostra è una partnership sulle competenze e sulla collaborazione”.

Come è stato scelto l'Himalaya come prima direzione cui guardare? Risponde il Presidente della Fashion Taskforce: “L'Himalaya è un posto simbolico e anche sacro, quindi ci è sembrato un buon punto di partenza. Il core del progetto è scalabile, è un'attività che immaginiamo come prima di una lunga serie, con i dovuti adattamenti relativi alle peculiarità del luogo: se in Himalaya il focus è sulcashmere, nella zona del Chad sarà il cotone… Il risultato ogni volta sarà un materiale naturale che non ha degradato il territorio ma anzi avrà portato floridezza e rigenerazione”.

Il progetto in Himalaya, quindi, sarà il primo step di vera e propria rivoluzione verso la moda rigenerativa.

Cosa significa Moda Rigenerativa?

I territori rigenerativi sono resilienti, ricchi di biodiversità e esenti da deforestazione. Producono beni come cibo, energia e biomateriali, e servizi legati all’ecosistema, tra cui la riduzione delle emissioni di CO2 che sono in grado di “catturare”. Queste pratiche rigenerative danno potere alle comunità locali e indigene, sostengono la loro prosperità e rispettano i loro diritti ancestrali: il futuro è un equilibrio olistico tra suolo, natura intesa come animali e mondo vegetale e uomo.

In questo equilibrio, gli animali saranno sempre presenti? Come i materiali “tradizionali” e di provenienza animale si integreranno nel futuro della moda sostenibile con le nuove innovazioni materiche e vegan?

Commenta Federico Marchetti: “Quando sono diventato amministratore delegato di Yoox Net-a Porter, il mio primo passo è stato quello di abbandonare le pellicce(anche Simone Pavesi di LAV in questa intervista parla del ruolo rivoluzionario e visionario di Federico Marchetti nel percorso fur-free della moda, n.d.r.) e sicuramente il sacrificio che facemmo allora fu enorme in termini di business. Credo però allo stesso tempo che vada trovata un’armonia tra i nuovi materiali innovativi che sempre più popoleranno i nostri armadi e i materiali di provenienza animale tradizionali: nell'agricoltura rigenerativa, ad esempio, non esistono allevamenti intensivi. Non ho mai amato i fanatismi, credo davvero nella ricerca di un costante equilibrio”.

Earth Day 2022: investire nel pianeta

“Invest in our planet” è il tema dell’Earth Day 2022: se Federico Marchetti dovesse dare un suggerimento semplice di “investimento” ai lettori in termini di sostenibilità, quale sarebbe?

"Penso che sia molto importante trasmettere la differenza tra ciò che fa bene e male al Pianeta alle nuove generazioni partendo dai piccoli dettagli, anche dalla scelta di bottiglie di plastica o dall'attenzione nel momento in cui si acquistano nuovi capi. Mia figlia di 11 anni ora guarda il cartellino di tutti i capi, sa discernere tra materiali organici e naturali e poliestere, che non sceglie più… L'educazione dei propri figli è il primo passo, è un vero e proprio investimento per il futuro e per una moda più sostenibile.

Una chiave fondamentale per la sostenibilità nella moda, poi, è la longevità del prodotto, quindi il mio suggerimento di investimento è spendere per capi di qualità capaci di durare molte stagioni. In fondo, quando 23 anni fa ho dato vita a Yoox, l'idea che mi animava era quella di offrire una seconda possibilità all'invenduto, allungare la vita dei prodotti: già per me la longevità di quanto prodotto per la moda aveva un importante valore. Io stesso ho nel guardaroba ho pezzi che sono fiero di indossare da anni: persino il primo incontro con il Principe Carlo ci ha visto subito in armonia su questo tema, perché mi ha mostrato le scarpe che indossava da 20 anni e anche io indossavo un completo di Dior firmato da Slimane che avevo comprato su Yoox 10 anni prima…"

Pubblicato su Vogue

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