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Recueil d'articles et d'interviews de Federico Marchetti
La Stampa
Il ceo di Yoox Net-a-Porter: "La gente ama provare gli abiti con un selfie
di Alain Elkann, 1 dicembre, 2019
Foto di David Needleman
Federico Marchetti è un visionario che agli albori dell’e-commerce ha avviato Yoox, un’azienda attiva nel settore delle vendite di moda online. Ora è presidente e ceo del gruppo Yoox Net-a-Porter, in seguito alla fusione, nel 2015, con il rivenditore di moda e design online Net-a-Porter.
Mi può dare una panoramica di quello che ha fatto?
«Sono stato tra i primi a coniugare moda e web con il lancio di Yoox nel 2000. Il prossimo anno, a giugno, sia Net-a-Porter che Yoox celebreranno il loro 20° anniversario.»
Cosa fa con Yoox e Net-a-Porter?
«Vendiamo moda di lusso online ai clienti di tutto il mondo, sfruttando la nostra miscela unica di cura, contenuto, tecnologia e servizio. Il gruppo Yoox Net-a-Porter è composto da quattro marchi molto diversi, ognuno dei quali serve segmenti di clientela diversi. Uno è Net-a-Porter, un altro è Mr. Porter, il terzo è Yoox e il quarto è The Outnet. Fanno tutti parte del gruppo, che a sua volta appartiene a Richemont, holding svizzera di beni di lusso fondata nel 1988 da Johann Rupert.»
In cosa differiscono i quattro marchi?
«Net-a-Porter è lusso, moda, gioielleria e orologi per donna. Mr Porter è solo per uomo, e riguarda più lo stile, sebbene si occupi anche di lusso, moda e orologi. Yoox è per una clientela più giovane. Si tratta di moda accessibile, che va dai prodotti scontati e di fine stagione al vintage, dai giovani stilisti alle collezioni sostenibili, mentre The Outnet è più rivolto alla moda; solo per le donne, con contenuto e cura.»
Siete presenti sia nel mondo occidentale sia in quello orientale?
«Sì, in 180 Paesi. Abbiamo consegne in giornata a Londra, New York e Hong Kong. Si ordina al mattino e si riceve tramite corriere nel pomeriggio. L’anno prossimo ci saranno anche consegne in giornata a Milano e presto a Dubai.»
Quante persone lavorano nel gruppo?
«In tutto il mondo sono 5400. È un gruppo anglo-italiano, nel senso che abbiamo due sedi, Milano e Londra, e io divido il mio tempo tra entrambe.»
Perché le persone acquistano da voi invece che andare in negozio?
«Noi siamo multimarca. Se vuoi acquistare un maglione, puoi scegliere fra Brunello Cucinelli a Tom Ford. Senza contare che, per chi vuole un unico brand, nel 2006 abbiamo lanciato la divisione Online Flagship Stores, sempre nel gruppo Yoox Net-a-Porter.»
Quante persone lavorano alla parte tecnologica?
«Recentemente abbiamo lanciato un’app chiamata Yoox Mirror per consentire al cliente di provare i vestiti sul cellulare. Nel 1999, quando ho iniziato, tutti andavano in boutique per provare i vestiti. Oggi le persone possono provare i vestiti nell’app di fronte a uno specchio virtuale, in modo da potersi vedere con un selfie indossando ciò che desiderano.»
Ora il cliente può fare quasi tutto usando la tecnologia. È per questo che molti negozi stanno chiudendo?
«No. Stiamo lavorando a una relazione molto stretta tra negozi fisici e negozi online. Riusciamo a integrare perfettamente l’esperienza del cliente tra via Montenapoleone o Valentino.com. Con Next Era, poi, il “tutto esaurito” non esiste più.»
Ha iniziato Yoox da zero con un investimento molto piccolo. Il fatturato è ancora in crescita?
«Gli ultimi numeri forniti, prima dell’acquisizione da parte di Richemont, sono stati di due miliardi di dollari. Siamo un’azienda con una crescita a doppia cifra.»
Sempre più persone acquistano online. Asiatici, europei e americani lo fanno allo stesso modo?
«Dei 2 miliardi di dollari di cui ho appena parlato, oltre 1 viene speso attraverso i telefoni cellulari. Ci sono molte differenze tra i diversi mercati in termini di penetrazione mobile, il Medio Oriente e la Cina sono in cima, l’America è più simile all'Europa.»
Quante marche ha in stock?
«Oltre mille.»
Come funziona l’integrazione tra stilista-intelligenza artificiale?
«Diciamo che uno stilista di New York sta mettendo insieme questo vestito con Brunello Cucinelli, Tom Ford, imparando, imparando, imparando... La macchina quindi prende i gusti di tutti gli stilisti e li traduce in uno strumento per un’altra squadra.»
Gli acquirenti personali telefonano ai clienti?
«Sì, e più del telefono usano WhatsApp e si incontrano di persona. Tutto ruota attorno all’approccio personalizzato. “Ti conosco molto bene e so che c’è questo vestito di Valentino che è perfetto per te”.»
Dove sta andando questa compagnia?
«Con la fusione di Yoox e Net-a-Porter abbiamo creato un indiscusso leader globale anche perché abbiamo il vantaggio di far parte di Richemont, il gruppo leader in lusso.»
Amazon è un concorrente?
«No, perché è generalista e i marchi di lusso non vogliono essere mescolati con un materasso o un Black and Decker.»
È soddisfatto del risultato ottenuto?
«Al 50%, perché si può sempre fare meglio. Penso che ci sia ancora strada da fare. E tutto cambia in continuazione.»
Pubbliccato su La Stampa