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Collection of articles and interviews with Federico Marchetti
MFFASHION, 2019
Porto in Italia l'hub di MR PORTER
di Tommaso Palazzi, 29 giugno, 2019
Foto di Nikolai von Bismarck
«Dall’autunno il centro logistico mondiale di Mr Porter sarà in Italia. In Inghilterra resteremo ma il peso di quel polo sarà decisamente più contenuto», ha anticipato a MFF Federico Marchetti, presidente e ceo di Ynap, il colosso mondiale dell’e-commerce fashion che prima di passare al 100% sotto il controllo di Richemont aveva diffuso un fatturato 2017 di 2,1 miliardi di euro.
MFF ha incontrato l’imprenditore a margine dell’opening della boutique Lorenzi, la storica insegna di alto artigianato e tradizione italiana, appena inaugurata dietro piazza Scala a Milano e che sarà distribuita su Mr Porter, che vede una compagine di brand tricolore sempre più ampia per scelta del ceo: «Ora sono una cinquantina, ma sono destinati ad aumentare». In questa intervista, l’imprenditore ricorda il prossimo ventennale della fondazione di Yoox, che ha registrato dal notaio il 21 marzo del 2000, equinozio di primavera, e lanciato il 21 giugno dello stesso anno, solstizio d’estate. Date non casuali per Marchetti, che sostiene di avere il senso del tempo e soprattutto del timing.
Portate l’hub di Mr Porter in Italia per tutelarvi da Brexit?
L’avevamo deciso prima, al momento della fusione tra Yoox e Net-à-Porter, quasi quattro anni fa. Ma è decisamente perfetta in caso di Brexit. Uno dei tanti casi di timing azzeccato della mia vita.
Quali scenari si aprono per Ynap, ora che dal 2020 Kering riporta in house i flagship online, che ralizzava con voi?
Era una decisione nota. Gli online flagship store rappresentano per Ynap soltanto il 10% dell’ultimo fatturato diffuso (prima del delisiting del 20 giugno 2018, ndr) quello del 2017, di 2,1 miliardi di euro. Kering, come Lvmh, ha gia confermato di voler restare sulle nostre piattaforme multibrand.
Ma è un business che resta in piedi con altri gruppi?
Abbiamo già lanciato un sistema full omnichannel, Next Era, che ha debuttato con Valentino. Questo é il sacro gral del retail, perché abbina la single view del cliente con un inventory che è uno per tutto il mondo. E lascia tutte le informazioni e le scelte in mano al brand.
Come si sta evolvendo l’e-commerce? E’ vero che ha registrato il nome «entertailer», fusione di entertainement e retail?
Sì, da diversi anni. Tutte le piattaforme di Ynap sviluppano dei contenuti editoriali. Da Yoox li chiamiamo entertainment, mentre Net-à-porter li chiama content. In questi anni mi sono sempre comportato come un cliente oltre che come un ceo, e questo mi ha permesso di anticipare il mercato... Ho introdotto il commercio mobile per Yoox nel 2006, un anno prima del lancio dell’iPhone.
Come affrontate il passaggio generazionale?
Ynap ha 5200 dipendenti, divisi tra Italia, Uk e resto del mondo. 1600 sono ingegneri. L’età media da noi è di 32 anni. Cerco di spingere i giovani a fare lavori che altrove richiederebbero curricula altisonanti. Noi abbiamo il coraggio anche di fare degli errori. E lavoriamo già alla prossima generazione
In che senso lavorate alla prossima generazione?
Noi pensiamo che la prossima Coco Chanel sia già nata e sarà un coder (una programmatrice informatica, ndr). Ynap sostiene la formazione digitale nelle scuole per i bambini tra 9 e 13 anni. Nel 2018 quasi 4000 ore di educazione digitale ai giovani delle scuole elementari e medie.
È vero che sua figlia di sette anni le ha chiesto di lanciare da grande una start up con lei?
In realtà l’ha già fatta... Si chiama Sat-Save animals today. Ha fatto un business plan con le sue amiche. La scorsa settimana Yoox Net-à-porter ha tenuto a Londra un ballo col principe Carlo d’Inghilterra per salvare gli elefanti, iniziativa nella quale Ynap è il principale partner. Ma mia figlia Margherita mi ha preceduto... E insiste per conoscere Elserino (Piol, il venture capitalist che finanziò Yoox nel 2000, ndr). La prossima volta la porto.
Cosa consiglia ai giovani startupper italiani?
Di partire dall’Italia ma di non pensare solo all’Italia, perché è un mercato troppo piccolo di sbocco. E di aprire i confini della mente. A 29 anni finito il master alla Columbia university, mi sono detto o adesso o mai più. Volevo fare una pillola per ridurre le ore di sonno dalle otto a quattro per notte, allungando la vita attiva del 20%. Poi ho aperto Yoox. L’ho registrata nell’equinozio di primavera e fondata nella solstizio d’estate, il 21 giugno del 2000. Ma già in soli tre mesi, ero riuscito a uscire da subito in italiano e inglese.
Che impatto avrà l’intelligenza artificiale?
Un grandissimo potenziale. Stiamo pensando di applicarla alla selezione del personale. Abbiamo scoperto che quando i recruiter sono uomini, tendono a essere biased e assumere più uomini. Ma con l’a.i. puoi avere neutralità totale. Filosoficamente, però, sono convinto che il futuro sia nella giusta combinazione tra uomo e macchina.
Pubblicato su MFFashion.